Il 2020 ha messo molti sistemi alla prova testando la loro tenuta agli imprevisti non solo per quanto riguarda il fattore economico ma anche il loro livello di sicurezza.
A proposito di sicurezza, a nostre spese abbiamo avuto la prova dell’importanza, a volte trascurata, dei sistemi di sicurezza informatica per la salvaguardia dell’identità digitale sia personale che aziendale, a maggior ragione se siamo costretti a diventare sempre più smart per ovvie vicissitudini.
In questo articolo facciamo riferimento al report “Indice della criminalità” pubblicato sul Sole 24Ore che ci offre dati importanti che confermano l’osservazione precedente. Soffermiamo l’attenzione alla voce “delitti informatici” che occupano la prima posizione con una preoccupante impennata del 23,3% rispetto al 2019 (nello stesso periodo). La motivazione apparentemente semplice risiede proprio nello spostamento delle principali attività su piattaforme online e in cloud, che sicuramente portano incredibili vantaggi ma ci espongono a nuovi pericoli e perciò a nuove responsabilità. Il podio si completa con reati d’usura al 9,8% e contrabbando al 6,7%; di contro sono diminuiti furti e rapine.
Dati alla mano si evince che per affrontare la “nuova normalità” fatta di scuola a distanza, tele lavoro e aziende sempre più digitalizzate bisogna dotarsi di potenti software di cyber security non solo in grado di bloccare le minacce ma anche di prevenirle. Le conseguenze di un eventuale furto o perdita di dati sensibili potrebbero essere troppo ingenti per permetterci di correre il rischio.